E’ morta Carla Fracci, avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 20 agosto. ‘Una figura storica e leggendaria, che ha lasciato un segno fortissimo’, così la ricorda il teatro alla Scala di Milano. Il presidente della Repubblica Mattarella: ‘Ha onorato il Paese con la sua eleganza e il suo impegno artistico, frutto di intenso lavoro’.
Oltre la danza l’amore della sua vita era il marito. Si sono incontrati per la prima volta nel 1955, nella sala prove della Scala. Lui assistente di Luchino Visconti, lei «una fanciulla seduta per terra con i calzerotti rossi». Il matrimonio nel 1964, il sodalizio artistico, un figlio e due nipoti.
Il primo incontro è stato nella sala prove «Trieste» della Scala. Era il 1955. «Ero l’ultimo di una fila di persone che entravano. In testa Luchino Visconti, poi il coreografo Massine, quindi il compositore Mannino e la costumista Lila De Nobili e poi io che portavo la borsa di Visconti. Lila si gira e dice: «Luchino, non potrebbe essere questa qua la ragazza per la parte di Silvestra?». E indica una fanciulla seduta per terra con i calzerotti rossi. Era Carla», ha raccontato qualche tempo fa Beppe Menegatti, registra teatrale e amore della vita di Carla Fracci, scomparsa oggi a 84 anni dopo una lunga malattia, vissuta nel più totale riserbo.
Menegatti, oggi 91 anni, all’epoca era assistente alla regia di Luchino Visconti, poi ha collaborato anche con Eduardo De Filippo e Vittorio De Sica. Carla Fracci, in un’intervista di qualche anno fa l’ha definito “un genio che elabora, elabora e fa proposte interessanti”. È stato, nel corso del tempo, regista di molti spettacoli teatrali da lei interpretati.
Si sono sposati nel 1964. Nel 1969, la nascita del loro primo e unico figlio: “La nascita di nostro figlio Francesco ha suggellato la nostra unione”, ha continuato lui, mentre lei – col senno di poi – avrebbe voluto altri figli: “Mio marito no”, ha spiegato la ballerina italiana più famosa al mondo a Silvia Toffanin, in una puntata di Verissimo di un anno fa, “Per non fare torto a quello che dovevo lasciare a casa. Questo è stato un errore, mi è dispiaciuto molto”. A renderla orgogliosa, lo ripeteva a tutti, i due nipoti: Giovanni ed Ariele, nati dal legame di Francesco, oggi architetto e docente, con la collega Dina Mencini: “Non mi sono rassegnata ad essere nonna, sono felice davvero di esserlo”.
Il lockdown l’hanno trascorso insieme, con lei intenta “a fare gli esercizi alla sbarra, per tenere un po’ queste gambette toniche”. Il loro segreto? “La prima volta mi ha guardato fisso e l’intensità di quello sguardo non è mai svanita… eccoci qua dopo oltre sessant’anni”.